sabato 9 maggio 2009

I colori dell'intolleranza

Brancos e Pretos. Ossia Bianchi e Neri. La città di Salvador Bahia è la cittá più "nera" del Brasile, con l' 80%/90% di persone nere o mulatte. Ma, nonostante questo, atteggiamenti razzisti sono molto diffusi qua. La cosa più assurda è che non soltanto da parte dei bianchi ma anche da parte di alcuni neri.

Per strada non è molto comune vedere un bianco e un nero che escono nsieme e ,ancora più raramente , due fidanzati di pelle diversa. Nelle novelas (telenovelas) i neri sono circa 2 su 10 personaggi (le volte in cui ci sono), nelle pubblicità la presenza è rarissima e giornalisti neri praticamente non esistono. In un colloquio di lavoro tra un bianco e un nero con le stesse competenze viene scelta la persona dalla pelle più chiara. Se qualcuno deve chiedere un'informazione o affidare qualcosa è preferita una persona bianca perchè "dei neri non c'è da fidarsi". Se ti innamori e vuoi fidanzarti devi sempre scegliere qualcuno più bianco di te per "ripulire la famiglia". E, nelle rare coppie bianconere, speriamo che il figlio nasca bianco. Auguri e figli bianchi.

Tutto questo ho potuto osservare e vivere sulla mia pelle. In particolar modo perchè sono sempre tra persone nere e attiro molta curiosità. Quando esco con delle mie amiche, quando sto in casa, in segreteria e ,soprattutto, nella roda di capoeira sono l'unica bianca (o gringa- termine per definire i bianchi stranieri). D'altro canto, non è sempre facile per un gringo guadagnarsi il rispetto dei brasiliani. Ma, fortunatamente, per me è stato diverso. Prima cosa perchè, come tutti sanno, il mio livello di intolleranza razziale è pari a zero :) : l'unico popolo che penso di poter giudicare o criticare è il mio e non riesco a immaginare una razza migliore o una cultura peggiore, dato che niente e nessuno è perfetto. E poi perchè sono affascinata dalle radici africane del popolo brasiliano, fortissime qui a Salvador. Ma , purtroppo, sono radici spesso nascoste o represse.

Rimanevo stupita tutte le volte che la ragazzine (nere) con cui convivo mi dicevano "come sei bella!". Chiesi spiegazione ad una mia amica che mi ha risposto: "Chiaro Elèna! Sei bianca, magra, coi capelli lisci e gli occhi chiari: l'ideale di bellezza di tutte le ragazzine!" Tralasciando l'ilarità della cosa, ho incominciato ad osservare le mie ragazzine ed ho notato che spesso era difficile accettarsi così come sono. Anche perché i modelli di bellezza sono ben diversi da loro. Nonostante le brasiliane siano veramente bellissime, l'icona della bellezza brasiliana è considerata Gisele Bunchen che di brasiliano, o meglio di soteropolitano (ossia cittadino di Salvador), non ha veramente niente.

Per questo quando accarezzo i loro capelli bellissimi e crespi, mi impegno ad apprendere le loro danze, gli chiedo di nsegnarmi le percussioni, apprezzo la loro cucina, djingo con loro o canto con loro si crea un' atmosfera incredibile di rispetto e di complicità. Qualcuno mi chiama addirittura "nega", modo affettuoso per dire negra, parola che, a differenza dall'italiano, definisce con orgoglio la popolazione nera.

Ma la cosa più bella è quando mi chiedono d insegnare loro a ballare. Vista da fuori appare paradossale: una ragazza europea che insegna a delle ragazzine di radici africane dei passi afro. Devo dire che spesso mi vergogno di questo ma poi mi ricordo che viviamo in un mondo incredibilmente melted (non trovo parola migliore di questa inglese) e che non mi devo stupire di alcune "incongruenze culturali". La cosa importante e meravigliosa è il passaggio di conoscenze e di esperienze.

Nonostante atteggiamenti razzisti diffusi non tutti i brasiliani s comportano così. Conosco bianchi amicissimi di neri e neri fieri della loro pelle e delle loro radici.

Che senso ha, mi chiedo, in un mondo estremamente multiculturale, fare questa distinzione? Chi si può chiamare nero e chi si può chiamare bianco? Perchè a volte i pregiudizi sono più forti della ragione?

Mi auguro che un giorno, grazie all'impegno di tutti, non esistano più distinzioni tra fratelli figli dello stesso cielo e della stessa terra.

2 commenti:

  1. Indovina chi parte un anno per Stoccolma????
    un bacione mimmaaaaaaaa
    e fatti viva!!!

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  2. bellissimo questo post, un articolo giornalistico. oltre a essere "bella" sei veramente BRAVA!

    un grandissimo abbraccio da firenze e dalla scuolina, quella sì piena di neri!
    ciao , adriana

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